giovedì 29 novembre 2012

ILVA(so) che trabocca

E anche la Natura ci mette il becco: incombe facendo notare l' innegabilità della sua presenza.
Con una sin troppo cinica tromba d' aria sferzata sull' area più problematica del momento, Gaia ci fa capire cosa significa "sostenibile", anche se con assurdi sacrifici umani ed ambientali.
Gli elementi hanno carta bianca sul territorio, preparato o impreparato che sia e la Comunità Umana ha il preciso dovere di insediarsi sempre in maniera assolutamente compatibile e sostenibile, senza conseguenze per niente e per nessuno, qualora le gambe dovessero finire all' aria.
Nuova era? nuovi temi? problematiche moderne?
'Sto grappolo-genitale!!
Già negli anni '70, del secolo scorso, quando le giornate di Sesto San Giovanni venivano scandite dal suono della sirena delle acciaierie
e quando il più autorevole rivendicatore delle politiche eco-sostenibili era Adriano Celentano,
già allora gruppi come Falk, Breda, Pirelli, Marelli, Eccetera investivano decine di miliardi di calde £ire nell' ammodernamento degli impianti e con l' installazione di immani sistemi depurativi, di sicurezza e di smaltimento, oggi reperti archeologici  ma rivoluzionari per l' epoca e considerati un passo indispensabile al sano decorso dell' attività. Era un Paese che produceva e voleva (ingenuo) continuare a farlo.
Si guardava mezzo secolo avanti oppure è adesso che stiamo cent'anni indietro!?
E se il problema vero fosse la posizione geografica?
Bhè, forse è troppo comodo, se non ridicolo, puntare il ditino addosso a Vendola, presidente della regione interessata da ben due legislature non sufficienti, però, a risalire tutta la tempesta.
Così com'è pure impossibile negare che il Sud dell' Italia sia uno di quei sud, più sud di tutti gli altri.
Là dove lo Stato è un fantasma che ogni tanto appare, nella terra dove regnano calore, luce, mare, amore e carboidrati, nel luogo in cui collettività è una fornitura di cravatte,
in cotanto paradiso, il grande assente è sempre stato il comune senso del Popolo-Squadra, una comunità mobilitata a se stessa a tutto vantaggio dell' individuo; sentimento che vive in quei posti dove ci si vanta di pagare le tasse anzichè vergognarsene credendosi meno furbi; in quei luoghi dove un contributo, verso gli altri e verso l' ambiente, non è considerato energìa buttata ma un serio investimento.
Dove ogni dirigente non dorme la notte per pensare all' efficienza e non al maggior fottimento col minimo spostamento.
La rivoluzione in una politica che sarà nuova perchè esigerà un Popolo Nuovo.
Basterebbe controllare: nuovo film, nuova scenografia, nuovi attori, nuovi autori.

Piove: Governo Acqua!

giovedì 8 novembre 2012

Governatore? No, grazie.

[di S.W.Arillotta]

Non abbiamo bisogno di un “Governatore” ma di un Presidente di Regione. In questi giorni di silenzio ragionato pre-primarie o non, giochiamo all’identikit del possibile vincente in Regione Lombardia riflettendo con la testa degli elettori.
Scontata la forte astensione che ci si attende, un cenno ai partiti della maggioranza uscente.
Il Pdl è scosso da tremori scissionisti, Formigoni nega la r
ealtà e fa maglioni, Berlusconi candida Maroni. Delusione tra l’elettorato libero del Centro Destra che non individua alcuna proposta alternativa nelle file dei moderati destrorsi.
Il Centro sinistra sorpreso dall’inatteso crollo verticale del “celeste”, non ha un candidato unitario condiviso, non ha un programma condiviso e nemmeno ne parla.
C’è poi chi a sinistra ha paura a candidarsi per doversi poi confrontare con la famigerata “macchina da guerra formigoniana”, i potenti burocrati regionali, gli equilibri stabiliti con un manuale Cencelli ciellino, la rete di vasto potere organizzata dal “Governatore”.
Ma finita l’epoca del sedicente “Governatore” (di nome e di fatto per la verità), è ora di pensare al prossimo Presidente della Regione.
Bisogna partire da qui, bisogna ricordare che di governatori non abbiamo bisogno.
Il modello del “Governatorato” ha recato più danni che benefici, un modello di governo che anestetizza finanche le opposizione e prevede una prassi da Giano bifronte, in aula accondiscendente e super legalista e finanche riformista, tra le quinte “inciuciante” per concedere L'argent de poche ai dissidenti silenziosi.
Bisogna sgombrare il campo dalle macerie.
Serve un Presidente di Regione, un politico con la P maiuscola che sappia gestire una buona squadra di politici esperti delle diverse aree tematiche, quella della Sanità in modo particolare. L’elettorato lombardo, si aspetta oggi un segno di discontinuità per poter andare a votare. Tagliare con le pratiche del passato, vere prospettive di cambiamento.
Non serve rincorrere l’elettorato, le dinamiche sono cambiate e comunque si sbaglierebbe.
Si sbaglierebbe se si scegliesse il candidato della società “civile”, si sbaglierebbe scegliendo il cattolico si sinistra, scelte dimostratesi nel passato foriere di sconfitta. Ricordiamoci di Martinazzoli, Sarfatti, Ferrante. Non perseverare sarebbe meno diabolico.
L’elettorato vorrebbe fare tabula rasa della classe politica, vorrebbe commissariarla.
Serve quindi un Presidente coordinatore un selezionatore politico, come accade per le nazionali di calcio che si differenziano dagli allenatori. Un politico che si faccia garante dei nomi della sua giunta, meglio se individuati prima delle elezioni.

mercoledì 7 novembre 2012

nO bama, no party ..

Consultazione elettronica del Cittadino.

Discorsi e festeggiamenti si susseguono, condivisi sulle niùs, ininterrottamente da 'stamattina-presto, ora italiana. Tutta Italiana è anche la percezione del trionfo di Civiltà e Democrazia che, al di là del (giusto) vincitore, attraversa l' oceano facendo apparire le nostre abitudini elettorali trogloditi costumi di una comunità sottosviluppata.
In un Paese in cui vige una legge elettorale chiamata, con disinvoltura, "Porcata" anche dalle più elevate sedi Istituzionali, siamo quelli a cui suona strano pensare di adeguare ai tempi le modalità della consultazione popolare, trascinandoci in ritardo del solito ventennio su ogni sana evoluzione.
Altro che popolo d' inventori.
Come non far caso alle parole di Obama, nel corso dei torrenziali ringraziamenti, mentre riconosce il supremo valore del voto di ogni cittadino, espresso sia in cabina che in maniera anticipata o telematica "evitando le code ai seggi".
Ma alla frase "..lavoreremo anche per eliminare queste code" è seguita una timida ma eloquente pausa.
La pausa del biricchino che ha già in mente un piano rivoluzionario, del monello che si chiede: "ma nel terzo millennio, si vota ancora con la matitina?".
Nel New Jersey si è potuto votare via e-mail o fax. Ciò non deve assolutamente passare inosservato, anche perchè il voto elettronico potrà assumere svariate forme accessibili da chiunque, ovunque ed in tempo reale. Si darà vita ad una costruttiva ed assidua azione referendaria, anche propositiva, parallelamente ad attività di controllo da parte di una Comunità con tanta sete di trasparenza.
In Italia è attiva da tempo l' e-mail certificata, adottata dall' Amministrazione per comunicare, certificare e notificare ai dipendenti pubblici ed assume il valore di una normale raccomandata. Ministeri come l' Istruzione si avvalgono di portali imprescindibili dai quali ci si inserisce in graduatoria, si partecipa ai bandi e si consultano cud e cedolini di stipendio. Il disoccupato può chiedere il sussidio in sostegno al reddito, esclusivamente per via telematica, tramite il portale dell'INPS.
Ma la sovranità del Popolo si può esprimere anche sfruttando servizi di gran lunga sperimentati come Bancomat o CRS, dando al voto la sostanza di dialogo, decisione e controllo di cui si sente troppo la mancanza.
E allora cos'è che spaventa? il voto di un ex astenuto? l' interesse comune? le proposte dei giovani?