giovedì 4 luglio 2013

Rock Undergraund a Sesto

Serata di Beneficenza

Carissimi RockFriends,poche parole per dire quanto è importante il vostro aiuto e quanto è indispensabile la vostra sensibilità.
Pochi giorni ancora e Sesto potrà definirsi patria del Rock attivo e solidale, il rigo musicale su cui scrivere note dure e concrete di partecipazione, il soffio urlato contro l’appiattimento della mente.
Siamo pronti a portare il nostro contributo per fermare il gioco che annulla la volontà e impoverisce le persone. Ogni luogo in cui si consuma il rito dell’azzardo ci deve trovare pronti a sostenere chi sbaglia e a contestare chi induce all’errore. Distribuiremo materiale informativo in ogni quartiere, un centro informativo sarà a disposizione di chiunque vorrà indicazioni precise su come intervenire su questo disagio.
È importante il vostro aiuto perché la sostenibilità dell’azione può contare solo sulle nostre forze umane ed economiche. Quindi prima di tutto occorre partecipare a questa prima serata ROCKSTOPSLOT, invitare tanti amici a partecipare perché solo così possiamo verificare la nostra forza.
“Se vuoi VINCERE, lascia PERDERE!”
A presto 


[Giorgio]

lunedì 20 maggio 2013

Nel Tuo Cuore Alberga L' Ammerda

agli umani.

Eroe di un cosmo altrimenti solo,
luce e buio nello stesso volo;
gioie, pene e pene ancora,
arbitrio e scotto in egual crogiuolo.

Tu che ami e che tripudi
rubi, doni, ci'hai fardelli.
tutti contro, lotti e sudi
e poi "siam tutti fratelli !".

Che di star sul crin t' illudi
o d' accoppiare i tuoi brandelli:
benvestito e gli altri nudi,
ti minacciano i cervelli.

Plagi pur se stai plagiato,
ora gladio ora strisciato
ma nel cuor da sempre alberga
'na colma vasca di van' ammerda

sabato 6 aprile 2013

GLI UOMINI SAGGI ...

Da "Lettera Aperta"


Ci sono notizie che non vorresti leggere. Oggi per esempio due in particolare: la prima riguarda ancora una volta i suicidi causati dalla crisi, la seconda i pre-ti lombardi che vanno a scuola di crisi.
La prima. Un triplice suicidio per mancanza di lavoro e la conseguente impossibilità ad affrontare la quoti-diana fatica di ogni giorno nel provvedere ai bisogni della famiglia, la vergogna a chiedere aiuto, la cecità di chi ti sta intorno, ma soprattutto l’incapacità di chi dovrebbe prevedere e provvedere al bene comune. Ormai sono più di cinque anni che ci troviamo in questa situazione, che l’economia anziché sostenere le famiglie le impoverisce, invece di tutelare i più de-boli arricchisce approfittatori e opportunisti. Anni in cui la politica, con i suoi complici e picciotti, rivela il vero volto dell’egoismo e dell’arrivismo, della bieca volontà di dominare le persone prevaricandone la fi-ducia.
È difficile ormai trovare anche le parole per offendere i “disonorevoli” che siedono in Parlamento, la casa degli italiani, inetti e insetti divoratori di privilegi e facilitatori di corruzione. E ancora c’è qualcuno che li difende e trova scuse insostenibili giustificate da un sospetto spirito di appartenenza. Lupi che difendono altri lupi, incompetenti che per grazia ricevuta si at-teggiano a esperti conoscitori
 del sistema politico so-ciale. I dati ci dicono che dal 2008 ad oggi i suicidi causati dalla crisi economica e lavorativa sono oltre 700, e le categorie più colpite sono, in ordine di de-cessi, i disoccupati, i lavoratori autonomi, i liberi pro-fessionisti e lavoratori dipendenti. Certo non è la classifica che conta, in questo caso arrivare primi non è certo un vanto e soprattutto non si vince nessun pre-mio, serve solo a decifrare il dato che, come i nostri “saggi” certamente stanno valutando, la pressione fiscale e la difficoltà dell’accesso al credito (causato dai delinquenti delle
banche) sono tra le cause princi-pali. Come si capisce anche da alcuni precedenti miei interventi ho un astio particolare nei confronti delle banche, dei banchieri e anche di alcuni bancari. Sono convinto che la causa principale dei nostri problemi siano proprio le banche e che nei loro confronti noi tutti dovremmo prendere seri provvedimenti e puni-zioni. Subito dopo arrivano i politici che si appropria-no di questa categoria senza averne alcun merito e diritto. A partire dal nuovo che avanza: Grillo che erroneamente viene ancora definito ex comico secon-do me è più comico adesso che ci allieta con l’imita-zione del piccolo dittatore. Dice che “la gente prende-rà i bastoni”, si lo spero ma saranno anche contro di lui e suoi alunni.
Allarmanti e preoccupanti, per la scarsa considerazio-ne della realtà, le dichiarazioni dei vari perdi tempo.
Bersani: “un dramma che lascia sgomenti, fuori dai riflettori c’è una vera emergenza sociale. È su questa emergenza che deve vedersi il primo segno di cam-biamento”. Emergenza? Sgomenti? Dopo cinque anni e 700 morti? Ma questo è proprio deficiente. E poi di quali riflettori parla, di quelli che stanno accesi solo per lui e i suoi complici.
E la nuova super donna presidente della camera Lau-ra Boldrini addolorata perché i coniugi suicidi non si sono rivolti ai servizi sociali come era stato loro indi-cato. Viene il dubbio che anche lei abbia finora usu-fruito di incarichi e benefici indipendenti dalle sue capacità. Si dice sconvolto anche Nichi Vendola che finalmente si accorge che “c’è una Italia del disagio e dolore che non aspetta, milioni di persone vivono oggi nell’angoscia e nella paura. Ma intanto continua-no a non fare ciò che dovrebbero e cioè ridare dignità e concretezza a un Paese disperato. Fa sorridere an-che l’ingenuo appello del vescovo di Ancona mons. Edoardo Menichelli: “bisogna offrire nuovi percorsi di speranza, attraverso due parole chiave: la sobrietà e la solidarietà”.
Qualcuno ricordi a monsignore che proprio la sobrie-tà è stata la parola d’ordine con cui Mario Monti ha costruito il suo “errore” di governo, il disastro dal quale ancora non siamo capaci di uscire.Attenzione però, perché la resa dei conti si sta avvici-nando pericolosamente. La gente aspetta solo che qualcuno trovi la forza di dare il via alle operazioni e il timore è che non si tratti di semplici calcoli mate-matici.
Occorre allora prevenire atti di violenza e di sopraf-fazione, occorre cercare da subito i rimedi per riav-viare il lavoro e risollevare l’economia. Basta tasse, basta aumenti, basta Equitalia, INPS, IVA e quant’altro. Basta aumenti ingiustificati di bollette e accise varie. I comuni e le province trovino la forza di bloccare sfratti e ingiunzioni, tutti con le maniche rimboccate proprio come accade in occasione dei terremoti e delle alluvioni. E soprattutto impedire che finanzieri rampanti e ragionieri mafiosi 

consumino i loro crimini..... (leggi tutto)
 _ [Giorgio Floridi] _

giovedì 4 aprile 2013

Saggi, Seggi e saggine.

La saggina: una materia prima assai popolare utilizzata, sin da tempi remoti, nella produzione artigianale delle segge. Segge preziose, ad esempio nel tinello, ove la comunità si realizza nella sua massima concretezza. L' equivalente maschile è, ovviamente il fatidico Seggio che rappresenta l' interfaccia dalla quale il Saggio o i Saggi del villaggio, diramano la loro legittima autorevolezza ed autorità. E' in tale contesto che l'on. Giuoanni Carbonchio, docente all' università di Villasesa, sottosegretario alle Politiche Vistali, nonchè isp.straord. dell' ateneo di filosofie dogmatiche e ricercatore presso il centro DDSR nel coordinamento del Min. dei Sut.Inv., ci concede un' esclusiva intervista, del 30 marzo, sulle recenti scelte del Pres. Napolitano e del suo ultimo retaggio di super esperti, tutti maschi, da Lui selezionati nella formazione della task nota come "dei Saggi".
Con elegante serenità ci porta squisitamente a riflettere sugli sviluppi e non-sviluppi che si prospettano invelandoci fallicamente.
Sui players in alto a destra, è ascoltabile (male) l' evento condotto dal Grillo (quello vero) con ospiti in studio, oltre a Giuoanni Carbonchio, il Faretraio ed il misterioso CamerMan.

lunedì 25 marzo 2013

Socc(i)mel! Ragazsi: l' Italia Ha dei Problemi.

Eccoci: ad un mese dalle elezioni stiamo facendo il "punto dell situazione" (?)
Ma il punto della situazione si dovrebbe fare a monte della campagna elettorale, quando questa è onesta, per proporre le proprie strategie in risposta delle priorità del Paese.
Per catturare l' attenzione, i soldi.
Dai risultati elettorali ad oggi l' apparato è già costato, al netto delle indennità dei deputati, 1.8 G€.
Tanto è costato, sinora, il sentir dire che non si riesce a governare ed il Paese "ha dei gravi problemi urgenti".
Di buono abbiamo i presidenti di camera e senato che, se presi insieme, vanno tenuti in considerazione per la prossima edizione di Fantastico, dato che sfondano il video.
Anche se è facile parlare (siamo qui per questo), è evidente che ci si aspetta che dei veri eroi nazionali, tutti quelli che, oltre al video, hanno sfondato uretra e testicoli e che, in campagna, sapevano tutto loro eccome fare, quelli che  "il cambiamento", quelli che "le riforme", quelli che i giovani, il lavoro, la nuova politica e anche quelli che "te lo do io il parlamento!", ora che devono render conto a chi li ha votati, sembra che abbiano per le mani qualcosa che sguscia come una bottiglia dell' olio chiusa male.
Il tempo che si sprecano addosso per bisticciare sulla quantità e qualità delle poltrone, vibra come come un atto di sovversione ed abuso, nei confronti del Cittadino.
E' palese la priorità prioritaria, non accessoria, è adeguare le regole alle capacità di chi dovrebbe governare.
A cominciare dalla legge elettorale. Secondo le regole attuali il Cittadino, anzichè eleggere come si fa per tutti i direttivi, vota: proprio come al "grande fratello".
Regole che escludono dalla cosa pubblica minoranze di pensiero sotto il 4% che rappresentano, sommate tra loro, più di 12 milioni di persone che si vanno ad aggiungere ai 20 milioni di astenuti ed ai 7 milioni di chi non può votare, gente che contribuisce a mantenere i mantenuti-bentenuti.
Tutto questo nel nome della facile governabilità.
Ma dai: quanti PDLlini vogliono che brunetta sia "capogruppo alla camera"?, al quale non basta essere mantenuto da tutti noi ma gli dobbiamo pure cambiare il televisore con uno più evoluto.
Pesa nell' aria sempre di più quell' acre sapore della sodomìa non voluta.
Il modello da seguire lo suggerisce la situazione stessa, le regole elettorali devono ispirarsi alle amministrative comunali e da lì evolversi e chi ora ostenta il suo bravo pacco elettorale, dovrebbe usarlo per far leva, innanzi tutto, su questo tema, anzichè per ricattini e rappresagline: non sai governare? mettiti nelle condizioni di farlo con una sana e costruttiva riflessione. Se non riesci hai mentito in campagna elettorale.
Riassumendo: Dai, DAi, DAI !!!

giovedì 7 marzo 2013

Grillo - Bersani

Finalmente facciaffaccia.
Inedito e primo vero confronto post-elettorale tra Grlillo e Bersani.
AgoFeis è riuscito per tutti a riunire nel privè di un noto bar di Sesto, i due boss degli ultimi spogli, per metterli l'uno al cospetto dell' altro e vedere cosa ne può sortire. L' atmosfera non è per niente tesa: Grillo sfoggia il suo elegante casual con comodo ed avvolgente foulard ben arravuogliato sul collo, subito tolto forse solo per metterci a nostro agiuo, sotto una dentatura tesamente serrata e pronta a sorridere; pugni chiusi energicamente, per ostacolare il normale afflusso del sangue alle falangette.
Bersani si distingue invece con la sua casuale eleganza, impegnato distrattamente nella produzione di una barchetta di carta, anche per mettere a proprio agiuo gli interlocutori presenti.
_ AgoF:  grazie ad entrambi per avermi onorato accettando l' invito. Iniziamo per ordine di voti ottenuti. Beppe, quale potrebbe essere la prima emergenza che Bersani potrebbe condividere col tuo movimento?
_ Grillo:  Io con quello non ci parlo. Ma non vedi che è uno zombie? quelli vogliono solo mangiarti il cervello.
_ Bersani:  Mo guardati tu. Che mi sembri un albero dopo la raccolta delle olive.
_ G:  Ma non hai capito che sei un morto? Oramai la gente ha capito tutto; sei solo un povero demente.
_ B:  mo chi lo dice sa di esserlo!
A queste parole, con uno scatto fulmineo, Grillo strappa letteralmente di mano a Bersani la sua barchetta, dividendola in più pezzi che poi si getta alle spalle.
_ Bersani, ormai fuori di sè, esplode:  Non mi hai fatto niente, faccia di serpente. E non mi hai fatto neanche male: mo faccia di maiale!
_ G:  ah! ah! intanto non hai più la barchetta: pelato.
_ B:  e chissenefrega!? tanto non ci volevo mica giocare. Anzi, l'avevo fatta per voi: così impari. òh!
_ G:  A, è così? e io ti sputo!
Lo fa.
_ B:  Ha! ha! mi hai mancato. Non ci'hai neanche la mira, non ci'hai..
_ G:  non è vero: qualche goccia t'è arrivata.
_ B:  mo io non ho sentito niente. Ci'ho mica la barba come te, io, che sente tutto!
_ G:  specchio - riflesso
_ B:  mo ciccabùmma!!
E' a questo punto che Grillo, animato forse da qualcosa che lo ha infastidito, abbandona il privè, con gran classe ma senza salutare e, con passo affrettato, nel suo elegante casual ed il foulard avvolgente che tradiscono malcelato nervosismo, scompare dentro una densa nuvola di fumo bianco, materializzatasi dal nulla.
_ AF:  grazie
_ B:  prego
_ AF:  buonasera
_ B:  buonasera

mercoledì 27 febbraio 2013

C'è puzza di Scarica Barile .

Ha vinto un sacco di gente che dice che non ha vinto nessuno.
La generosità di chi vi ha votato vi manterrà nel lusso, probabilmente fino a quando campate ma non dimentichiamo che
Grandi Stipendi Comportano Grandi Resposabilità.
Parliamone!
Bersani non è l' unico a dover rendere conto: è arrivato primo ma, senza aver vinto, sarà dura. L' esordio non è certo stato dei migliori se, per un suo primo discorso, si è dovuto attendere l' intervento di Crozza. Lui di persona ci'ha provato ma quei maledetti occhiali sembravano complottare, con quegli irriverenti microfoni ribelli, per non fargli dire neanche il solito niente. Riuscendoci.
Una lezione per tutto il mondo, però, l' aver ottenuto con disinvoltura ciò che chiunque riteneva impossibile, un risultato inimmaginabile neanche lontanamente prima del suo palesarsi sotto gli occhi allibiti di ogninnoi: perdere queste elezioni.
Ma le responsabilità che ora gli competotno lo costringerebbero a doversi impegnare finalmente nella politica giuocata. Come gli Antichi: rappresentare, tutelare, mediare.
Il Nano dovrebbe invece risarcire l' IMU almeno a tutti quelli che lo hanno votato. La baggianata che lo avrebbe fatto da presidente del consiglio non sarebbe mai stata in piedi neanche con due etti di Biagra: è entrato in campagna rifiutando a priori tale carica dalla quale, tra l'altro, si era appena dimesso palesandone l' incompatibilità con la sua testa irrimediabilmente di minchia. Ora però tradirà di-prima la fiducia del suo elettorato costituito oramài da amnesici, ingenui ed analfabeti (tutti rispettabilissimi) ma anche da leccaculi e delinquenti (irrispettabilissimi) che insieme caratterizzano quasi un terzo di quegli italiani che si son presi la briga di mettersi calzini puliti per recarsi a votare.
Avrà la responsabilità di non far correre sangue in una Lombardìa popolata da leghisti cetriolati dallo stesso Maroni, con una lista personale grande il doppio del Catorcio di Pontida ma più piccola del PDL, quando le addizionali regionali si moltiplicheranno esponenzialmente a causa del progetto "75% di tasse al nord" ma, soprattutto, quando i Sestesi che, prima di sentirsi Italiani si sentono Lombardi, si recheranno sotto casa di Bòob per indurlo a ragionare in merito alla sua super-regione del cazzo e spiegargli che è chiamato a governare un territorio, non certo a cancellarlo dalle mappe.
Ma forse il peso più grave lo deve portare Grillo, perchè Grillo sono tanti e sono incazzati. Incazzati però non deve escludere umili, ovviamente nella giusta misura ed il Movimento, per avere un senso, deve crescere: lentamente quanto vuole ma deve crescere e scongiurare il pericoloso effetto fuoco-di-paglia che quasi tutti gli altri gli auspicano. Per crescere con umiltà dovrà saper spremere quello che di buono ci può essere anche da dove non te lo aspetti e, del resto, questa dovrebbe essere buona pratica anche per tutti gli altri e per tutta la Politica Giuocata, stando alla base dell' agoniato Cambiamento e della mediazione tra tutte le parti.
Roba da prfessionisti! Basterebbe prendere coscienza che la campagna elettorale è, per il momento, terminata: occorre scavalcare il centrocampo e fare un gol dietro l' altro: patriotta come Garibaldi, non imperialista come Fidel.
In ultimo le responsabilità dei Bastonati. Di Pietro rantola nelle sue dimissioni, sfoderando un modo certamente elegante (le dimissioni sono sempre un gesto elegante) di riconoscere errori di propaganda e di scelte puramente tattiche svelatesi nel valore di un due di spade con briscol'a coppe. Dovrà comunque rimanere solidale al popolo che ha lavorato al movimento che lui ha ideato e fondato; popolo che vuole continuare la sua azione di bonifica e controllo e che vuole ricominciare da 0.7 per tagliare i viveri al malaffare e contribuire gigantemente al progetto di sostenibilità economica, etica, politica ed ambientale che accomuna tante forze e parti sociali.
E Nicola? La responsabilità di non farsi digerire.
Vendola: non sparire.
Rappresenta raro esempio, nello scenario, di quell' equilibrio tra cultura, intelligenza, creatività e linguaggio che gli Italiani non vogliono certo perdere di vista. A lui il compito arduo di timonare lontano il piuppossibbile dai casini che si celano di là. Certamente il traino più importante nel tiro alla fune per evitare iceberg e monti sommersi. Non poco, non poco. Toccherà ricominciare da 2?
Sarà una passeggiata: tutto può succedere.

martedì 15 gennaio 2013

Voglio vivere in campagna


Immensi faccioni (sempre gli stessi e tutti dicazzo) svolazzano sugli schermi, ormai troppo piatti, o sbocciano sui manifesti, i più grandi possibile, per decorare gli squarci più ambìti delle nostre città. Prorompe la fioritura delle parole, parole abusate impunemente e smitragliate accazzo, proprio come quei faccioni sui muri.
Parole dall' effetto stupefacente: ..lavoro, pil, uèlfar, i giovani, le donne, menotasse, riforme e viacacando gratuitamente.
Eppoi le alleanze, vitali rifugi antisbarramento, o dall' acre sapore di associazione a delinquere.
Il tono è il medesimo, ormai da decenni e ci fa piangere il vuoto intellettuale lasciato dai vari Berlinguer e Almirante; da anni la stessa strategìa, quella di chi non ha argomenti o non li vuole esporre: "vota me, perchè l'altro è cattivo!"..pifferaio, stampella, comunista, ci'ha le case ..
Eppure funziona. Solo col popolo-pollo, ma se è sempre solo l' immagine a vincere, non si tratta certo di una minoranza etnica (al netto degli astenuti): che voti per tifoseria e che ci caschi ancora nonostante tutto, è preferibile l' allevamento a terra.
I programmi elettorali, o agende che dirsivoglia, riciclati da decenni e che ormai sanno di tappo. Argomenti sacrosanti: crescita, equità, riforma elettorale.. risciacquati anche da chi magari ha governato sinora, snobbando spudoratamente ed impunemente ogni tema che poteva risultare di pubblico interesse e, con la genialità di un ciuccio che traina il carretto di un cocchio divertito, li propone ora come cavallo di battaglia nella sua personale campagna elettorale.
Per tutti gli altri sia ben chiaro che l' importante è esprimersi e fondamentale farlo nell' interesse della collettività più prossima; basta poco: il candidato, nella forma e nei contenuti, dovrà dimostrare di essere 
Controllabile
Il punto di partenza è non credere a nessuno ma scegliere, piuttosto, chi convinca nelle modalità in cui esso potrà essere verificato e controllato, nel suo gruppo e nel suo operato.
Pratico
Il candidato si deve esprimere chiaramente, tramite dettagli e frasi a senso compiuto e non con minchiate lasciate a metà per dare l' impressione che ci sia un senso profondo e che tu non afferri; giusto perchè siam mica qui a lessare le lenticchie della tombola!
Sincero
Ogni cambiamento proposto deve convincere sia nella sua utilità che nella sua attuabilità, soprattutto economica: ovvero "dove prendo i soldi per realizzare un determinato beneficio" e non "per un qualche futuro beneficio, intanto prendo i soldi".
Creativo
Decisivo è che ci sia qualche proposta di cambiamento.

Queste potrebbero essere le premesse di una patriottica e costruttiva candidatura; dal canto nostro teniamo sempre presente che il frutto del voto non deve essere necessariamente una presidenza del consiglio ma trova il suo valore più alto nel riporre la nostra voce in quel coro che, secondo noi, sia in grado di mediare nell' interesse nostro e della nostra Nazione, immediato e a lungo termine.
Attenzione: può indurre sonnolenza, se il sintomo persiste consultare il medico, votare lontano dai pasti.

giovedì 10 gennaio 2013

Chiù pilo pe' tutti !!

Legalizzerò il lavoro nero.
L' esilarante Silvio non ha ancora ripromesso che sconfiggerà il cancro ma dal cilindro spruzza un' altra cosa che si può legalizzare senza intaccare minimamente gli interessi della malavita, anzi..
Il sommerso comincia a diventare rischioso ed un Tribunale del Lavoro può veramente causare noie: è pur sempre un tribunale e poi è Comunista.
Allora basterà votare uno che si impegna ad eliminare tutti i costi che un' assunzione può comportare, per dare un pizzicotto ad una disoccupazione che sta assumendo (a sua volta) proporzioni da flagello biblico. Bello ma..
Ovviamente occorre stringere il campo, per rendere credibile una simile scrotata; ci si limiterebbe quindi ai primi cinque anni dei nuovi contratti che vedrebbero la luce.
Le vie del lavoro precario sono infinite!
Forti infatti delle scellerate recenti manomissioni alla Costituzione ed alla legislatura del Lavoro, non c'è più niente che impedisca, al donatore di impiego di turno, di licenziare il lavoratore in offerta speciale alla scadenza della promozione, per aderire a nuovi saldi di stagione. Senza dubbio si andrebbe ad incentivare quella pratica, già ampiamente sperimentata nella medio/grande azienda che tende a sostituire i vecchi contratti con dei nuovi, molto "più agili", licenziando i lavoratori più datati.
 Ma non basta: cinque anni di lavoro stabile sarebbero pure un manna.
Purtroppo occorre stringere ulteriormente il campo e la promozione verrebbe rivolta solo alle assunzioni dei giovani lavoratori. Un po' perchè la parola "giovani", in campagna elettorale ci stà sempre bene ma soprattutto perchè, dovendo scegliere, è preferibile legalizzare il lavoro nero (azione testualmente così definita dall' inventore-nano) a chi è più a rischio di vertenza sindacale, perchè meno ricattabile, piuttosto che ai più grandicelli che, magari avendo già famiglia, sono senz' altro più mansueti.
E' stato subito stimato che l' ideòna costerebbe allo Stato almeno 3 G€/anno.
Malafede o ciucciarìa che sia, come esplosivo asso, più che dalla manica sembra provenire dall' intestino.
Non sarebbe altrettanto eclatante distribuire 'sti 3 miliardi per far costare un po' meno tutte le assunzioni in genere? Il costo dell' operazione potrebbe pure rientrare, se dovesse così aumentare il numero totale dei lavoratori. E se alla riduzione del costo venisse addirittura anche sbandierata una riduzione dell' orario di lavoro, le Pubbliche Casse rischierebbero addirittura di guadagnarci grandamente.
Ma ci costerebbe il sacrificio della disoccupazione, uno dei settori più sviluppati e pilastro portante della nostra economia.
"Quella disoccupazione ci serve!..". Chissà come potrebbe essere un mondo senza la disoccupazione. Il lavoratore che tratta i termini di un contratto col datore? Follìa ..
.. Imbarazzante comunismo ..
.. Fantasìe di campagna ..

martedì 8 gennaio 2013

Voto, ergo sum !

La tutela dell' Elettore.
Quando un elettore ti vota non deve essere solo perchè ti vuole bene ma anche perchè da te vuole essere rappresentato.
L' elusione di tale principio è anche una delle cause profonde del crescente astensionismo.
L' emergenza è restituire dignità alle poltrone del potere, trasformate da tempo in inutili e letali scorreggiatoi fini a se stessi; perchè dare per scontato che anche un solo cittadino si senta tradito dal sistema, è semplicemente mostruoso.
Se per scendere (scendere) in campo basta avere il privilegio di poter apparire in modo epidemico e col faccione sui muri, ciò che più manca, come in ogni ambito, è il controllo: anche il controllo di ogni istituzione e del suo operato.
Controllo non promesso negli spot ma seriamente esercitato da una corte ovviamente autonoma e controllata a sua volta.
Una commissione che certifichi e garantisca il voto di ogni parlamentare, mai più segreto; un istituto vigilante sull' effettivo rispetto dell' elettore che ha scelto il singolo deputato e del suo diritto di essere da esso rappresentato.
Per fare questo, ogni lista o partito politico deve depositare il suo statuto completo di linee ideologiche e programmatiche, in un atto costituente inderogabile per tutta la durata di una legislatura o modificabile in itinere solo dietro interrogazione popolare (tipo le primarie) e che dia forma chiaramente alla parte civile che vuole rappresentare.
Ciò dovrebbe certificare la posizione di ogni amministratore e la rappresentatività nei confronti del suo elettore, su ogni decisione presa, voto che non sarà più espresso accazzo ma fedele ad un codice ideologico dichiarato, a suo tempo, in campagna elettorale, e depositato ufficialmente da ogni partito.
Tale commissione avrà facoltà di esaminare, a richiesta, le motivazioni di ogni voto e l' attinenza di esso allo statuto della lista che occupa un qualsiasi seggio.
E' meno complicato di quello che sembra e, del resto, anche se costruire un buon ingranaggio non è mica semplice, questi dovrà poi girare in maniera impeccabilmente rotonda garantendo il buon funzionamento del meccanismo, in modo affidabile e senza altri pensieri.
Quando ogni deputato o consigliere o senatore o assessore risponderà con la responsabilità di ogni suo atto, il faccione di turno che cercherà maggioranza non sarà più obbligato ad andare al mercato per acquistare 90 kili di scilipoti ma potrà mediare politicamente (strano, e?) sui reali interessi delle parti civili e la priorità cadrà sulle emergenze reali in maniera automatica. Corruttori ed intimidatori che avanzeranno pretese, verranno liquidati con un timido "mi dispiace ma sono controllato".
Si auspica che accorgimenti di questo genere, associati a drastiche riduzioni delle indennità, possano contribuire seriamente a bonificare la politica, allontanando progressivamente i mangiammerda dalla funzione pubblica e restituendo la legittima sovranità al cittadino il quale forse un giorno potrà dire: "Mi dispiace ma io sono un cittadino e voi non siete un cazzo !".
Costituzionale, no?