martedì 15 gennaio 2013

Voglio vivere in campagna


Immensi faccioni (sempre gli stessi e tutti dicazzo) svolazzano sugli schermi, ormai troppo piatti, o sbocciano sui manifesti, i più grandi possibile, per decorare gli squarci più ambìti delle nostre città. Prorompe la fioritura delle parole, parole abusate impunemente e smitragliate accazzo, proprio come quei faccioni sui muri.
Parole dall' effetto stupefacente: ..lavoro, pil, uèlfar, i giovani, le donne, menotasse, riforme e viacacando gratuitamente.
Eppoi le alleanze, vitali rifugi antisbarramento, o dall' acre sapore di associazione a delinquere.
Il tono è il medesimo, ormai da decenni e ci fa piangere il vuoto intellettuale lasciato dai vari Berlinguer e Almirante; da anni la stessa strategìa, quella di chi non ha argomenti o non li vuole esporre: "vota me, perchè l'altro è cattivo!"..pifferaio, stampella, comunista, ci'ha le case ..
Eppure funziona. Solo col popolo-pollo, ma se è sempre solo l' immagine a vincere, non si tratta certo di una minoranza etnica (al netto degli astenuti): che voti per tifoseria e che ci caschi ancora nonostante tutto, è preferibile l' allevamento a terra.
I programmi elettorali, o agende che dirsivoglia, riciclati da decenni e che ormai sanno di tappo. Argomenti sacrosanti: crescita, equità, riforma elettorale.. risciacquati anche da chi magari ha governato sinora, snobbando spudoratamente ed impunemente ogni tema che poteva risultare di pubblico interesse e, con la genialità di un ciuccio che traina il carretto di un cocchio divertito, li propone ora come cavallo di battaglia nella sua personale campagna elettorale.
Per tutti gli altri sia ben chiaro che l' importante è esprimersi e fondamentale farlo nell' interesse della collettività più prossima; basta poco: il candidato, nella forma e nei contenuti, dovrà dimostrare di essere 
Controllabile
Il punto di partenza è non credere a nessuno ma scegliere, piuttosto, chi convinca nelle modalità in cui esso potrà essere verificato e controllato, nel suo gruppo e nel suo operato.
Pratico
Il candidato si deve esprimere chiaramente, tramite dettagli e frasi a senso compiuto e non con minchiate lasciate a metà per dare l' impressione che ci sia un senso profondo e che tu non afferri; giusto perchè siam mica qui a lessare le lenticchie della tombola!
Sincero
Ogni cambiamento proposto deve convincere sia nella sua utilità che nella sua attuabilità, soprattutto economica: ovvero "dove prendo i soldi per realizzare un determinato beneficio" e non "per un qualche futuro beneficio, intanto prendo i soldi".
Creativo
Decisivo è che ci sia qualche proposta di cambiamento.

Queste potrebbero essere le premesse di una patriottica e costruttiva candidatura; dal canto nostro teniamo sempre presente che il frutto del voto non deve essere necessariamente una presidenza del consiglio ma trova il suo valore più alto nel riporre la nostra voce in quel coro che, secondo noi, sia in grado di mediare nell' interesse nostro e della nostra Nazione, immediato e a lungo termine.
Attenzione: può indurre sonnolenza, se il sintomo persiste consultare il medico, votare lontano dai pasti.

giovedì 10 gennaio 2013

Chiù pilo pe' tutti !!

Legalizzerò il lavoro nero.
L' esilarante Silvio non ha ancora ripromesso che sconfiggerà il cancro ma dal cilindro spruzza un' altra cosa che si può legalizzare senza intaccare minimamente gli interessi della malavita, anzi..
Il sommerso comincia a diventare rischioso ed un Tribunale del Lavoro può veramente causare noie: è pur sempre un tribunale e poi è Comunista.
Allora basterà votare uno che si impegna ad eliminare tutti i costi che un' assunzione può comportare, per dare un pizzicotto ad una disoccupazione che sta assumendo (a sua volta) proporzioni da flagello biblico. Bello ma..
Ovviamente occorre stringere il campo, per rendere credibile una simile scrotata; ci si limiterebbe quindi ai primi cinque anni dei nuovi contratti che vedrebbero la luce.
Le vie del lavoro precario sono infinite!
Forti infatti delle scellerate recenti manomissioni alla Costituzione ed alla legislatura del Lavoro, non c'è più niente che impedisca, al donatore di impiego di turno, di licenziare il lavoratore in offerta speciale alla scadenza della promozione, per aderire a nuovi saldi di stagione. Senza dubbio si andrebbe ad incentivare quella pratica, già ampiamente sperimentata nella medio/grande azienda che tende a sostituire i vecchi contratti con dei nuovi, molto "più agili", licenziando i lavoratori più datati.
 Ma non basta: cinque anni di lavoro stabile sarebbero pure un manna.
Purtroppo occorre stringere ulteriormente il campo e la promozione verrebbe rivolta solo alle assunzioni dei giovani lavoratori. Un po' perchè la parola "giovani", in campagna elettorale ci stà sempre bene ma soprattutto perchè, dovendo scegliere, è preferibile legalizzare il lavoro nero (azione testualmente così definita dall' inventore-nano) a chi è più a rischio di vertenza sindacale, perchè meno ricattabile, piuttosto che ai più grandicelli che, magari avendo già famiglia, sono senz' altro più mansueti.
E' stato subito stimato che l' ideòna costerebbe allo Stato almeno 3 G€/anno.
Malafede o ciucciarìa che sia, come esplosivo asso, più che dalla manica sembra provenire dall' intestino.
Non sarebbe altrettanto eclatante distribuire 'sti 3 miliardi per far costare un po' meno tutte le assunzioni in genere? Il costo dell' operazione potrebbe pure rientrare, se dovesse così aumentare il numero totale dei lavoratori. E se alla riduzione del costo venisse addirittura anche sbandierata una riduzione dell' orario di lavoro, le Pubbliche Casse rischierebbero addirittura di guadagnarci grandamente.
Ma ci costerebbe il sacrificio della disoccupazione, uno dei settori più sviluppati e pilastro portante della nostra economia.
"Quella disoccupazione ci serve!..". Chissà come potrebbe essere un mondo senza la disoccupazione. Il lavoratore che tratta i termini di un contratto col datore? Follìa ..
.. Imbarazzante comunismo ..
.. Fantasìe di campagna ..

martedì 8 gennaio 2013

Voto, ergo sum !

La tutela dell' Elettore.
Quando un elettore ti vota non deve essere solo perchè ti vuole bene ma anche perchè da te vuole essere rappresentato.
L' elusione di tale principio è anche una delle cause profonde del crescente astensionismo.
L' emergenza è restituire dignità alle poltrone del potere, trasformate da tempo in inutili e letali scorreggiatoi fini a se stessi; perchè dare per scontato che anche un solo cittadino si senta tradito dal sistema, è semplicemente mostruoso.
Se per scendere (scendere) in campo basta avere il privilegio di poter apparire in modo epidemico e col faccione sui muri, ciò che più manca, come in ogni ambito, è il controllo: anche il controllo di ogni istituzione e del suo operato.
Controllo non promesso negli spot ma seriamente esercitato da una corte ovviamente autonoma e controllata a sua volta.
Una commissione che certifichi e garantisca il voto di ogni parlamentare, mai più segreto; un istituto vigilante sull' effettivo rispetto dell' elettore che ha scelto il singolo deputato e del suo diritto di essere da esso rappresentato.
Per fare questo, ogni lista o partito politico deve depositare il suo statuto completo di linee ideologiche e programmatiche, in un atto costituente inderogabile per tutta la durata di una legislatura o modificabile in itinere solo dietro interrogazione popolare (tipo le primarie) e che dia forma chiaramente alla parte civile che vuole rappresentare.
Ciò dovrebbe certificare la posizione di ogni amministratore e la rappresentatività nei confronti del suo elettore, su ogni decisione presa, voto che non sarà più espresso accazzo ma fedele ad un codice ideologico dichiarato, a suo tempo, in campagna elettorale, e depositato ufficialmente da ogni partito.
Tale commissione avrà facoltà di esaminare, a richiesta, le motivazioni di ogni voto e l' attinenza di esso allo statuto della lista che occupa un qualsiasi seggio.
E' meno complicato di quello che sembra e, del resto, anche se costruire un buon ingranaggio non è mica semplice, questi dovrà poi girare in maniera impeccabilmente rotonda garantendo il buon funzionamento del meccanismo, in modo affidabile e senza altri pensieri.
Quando ogni deputato o consigliere o senatore o assessore risponderà con la responsabilità di ogni suo atto, il faccione di turno che cercherà maggioranza non sarà più obbligato ad andare al mercato per acquistare 90 kili di scilipoti ma potrà mediare politicamente (strano, e?) sui reali interessi delle parti civili e la priorità cadrà sulle emergenze reali in maniera automatica. Corruttori ed intimidatori che avanzeranno pretese, verranno liquidati con un timido "mi dispiace ma sono controllato".
Si auspica che accorgimenti di questo genere, associati a drastiche riduzioni delle indennità, possano contribuire seriamente a bonificare la politica, allontanando progressivamente i mangiammerda dalla funzione pubblica e restituendo la legittima sovranità al cittadino il quale forse un giorno potrà dire: "Mi dispiace ma io sono un cittadino e voi non siete un cazzo !".
Costituzionale, no?