giovedì 8 novembre 2012

Governatore? No, grazie.

[di S.W.Arillotta]

Non abbiamo bisogno di un “Governatore” ma di un Presidente di Regione. In questi giorni di silenzio ragionato pre-primarie o non, giochiamo all’identikit del possibile vincente in Regione Lombardia riflettendo con la testa degli elettori.
Scontata la forte astensione che ci si attende, un cenno ai partiti della maggioranza uscente.
Il Pdl è scosso da tremori scissionisti, Formigoni nega la r
ealtà e fa maglioni, Berlusconi candida Maroni. Delusione tra l’elettorato libero del Centro Destra che non individua alcuna proposta alternativa nelle file dei moderati destrorsi.
Il Centro sinistra sorpreso dall’inatteso crollo verticale del “celeste”, non ha un candidato unitario condiviso, non ha un programma condiviso e nemmeno ne parla.
C’è poi chi a sinistra ha paura a candidarsi per doversi poi confrontare con la famigerata “macchina da guerra formigoniana”, i potenti burocrati regionali, gli equilibri stabiliti con un manuale Cencelli ciellino, la rete di vasto potere organizzata dal “Governatore”.
Ma finita l’epoca del sedicente “Governatore” (di nome e di fatto per la verità), è ora di pensare al prossimo Presidente della Regione.
Bisogna partire da qui, bisogna ricordare che di governatori non abbiamo bisogno.
Il modello del “Governatorato” ha recato più danni che benefici, un modello di governo che anestetizza finanche le opposizione e prevede una prassi da Giano bifronte, in aula accondiscendente e super legalista e finanche riformista, tra le quinte “inciuciante” per concedere L'argent de poche ai dissidenti silenziosi.
Bisogna sgombrare il campo dalle macerie.
Serve un Presidente di Regione, un politico con la P maiuscola che sappia gestire una buona squadra di politici esperti delle diverse aree tematiche, quella della Sanità in modo particolare. L’elettorato lombardo, si aspetta oggi un segno di discontinuità per poter andare a votare. Tagliare con le pratiche del passato, vere prospettive di cambiamento.
Non serve rincorrere l’elettorato, le dinamiche sono cambiate e comunque si sbaglierebbe.
Si sbaglierebbe se si scegliesse il candidato della società “civile”, si sbaglierebbe scegliendo il cattolico si sinistra, scelte dimostratesi nel passato foriere di sconfitta. Ricordiamoci di Martinazzoli, Sarfatti, Ferrante. Non perseverare sarebbe meno diabolico.
L’elettorato vorrebbe fare tabula rasa della classe politica, vorrebbe commissariarla.
Serve quindi un Presidente coordinatore un selezionatore politico, come accade per le nazionali di calcio che si differenziano dagli allenatori. Un politico che si faccia garante dei nomi della sua giunta, meglio se individuati prima delle elezioni.