mercoledì 14 settembre 2011

Lavoro

Il Limone
Aprire una ditta, o semplicemente portare a compimento un lavoro, trasforma una persona in un limone: un limone da spremere. La nuova ditta ha qualche possibilità di stare in piedi solo se possiede una scorza dalle caltagironiche dimensioni e/o grazie ad una metodica evasione pianificata a monte.
Dar vita ad un' impresa, terrorizza per i costi morti, spesso anticipati e a fondo perduto che ciò comporta e per uno straniero è addirittura impossibile, forse perchè potrebbe intaccare il problema della clandestinità altra fonte generosa di sfruttamento e ricattabilità.
Ecco, forse, perchè il lavoro costa.
Nel caso di assunzione, invece, i limoni sono due: il datore ed il lavoratore stesso.
Lo spirito che prevale è, in ogni ambito, quello di eviscerare da subito il malcapitato.
Urge stroncare il pensiero illusorio "quando si lavorerà tutti costerà meno" ed investire nel Progetto piu realistico "quando costerà meno si lavorerà tutti" riducendo, drasticamente, immediatamente e con i criteri utili alla causa, lo smisurato costo erariale del lavoro.
Voglio dire che debellare la disoccupazione come si è fatto con la polio o col cimurro ridurrebbe il contributo individuale a dimensioni indolori ma di grande cassa perchè spalmato su una più larga utenza. Ciò si potrebbe ottenere con uno sforzo statale iniziale ma dal grosso rientro a breve-medio termine, anche se questo farebbe crollare la ricattabilità e la svalutazione del lavoratore, creando scontento tra pochi ma potenti mangiammerda.
I contratti
Chi si intende di somme matematiche non ha difficoltà a comprendere che il monte ore-lavoro deve essere equamente distribuito tra domanda e offerta. E' ostile a questo concetto chi conta di approfittare sottopagando, ricattando e sfruttando il "fortunato" lavoratore. Solo ridurre l' orario di lavoro da 8 a 6 ore, genererebbe matematicamente il 25% in più di posti di lavoro, circa 5 milioni, lasciando sopravvivere un pochino di polpa sulla scorza di ogni limone; indice puntato e gogna a chi solo parla di incentivare gli straordinari che dovranno rigorosamente rimanere tali.
Questa condotta porterebbe ad una maggiore produttività, maggiori consumi e buste paga più nutrienti (altro che straordinari).
In un simile scenario ci potremo ora permettere di fissare un assegno minimo per ogni cittadino maggiorenne, un sussidio minimo per chi attende un nuovo contratto e per le pensioni sociali, fissando inoltre per chi lavora un salario minimo e, novità, un salario massimo (nell' ordine di 6-7000 €/mese) che abbia anche funzione di tetto per l' attuale casta. Chi voglia guadagnare di più dovrà neccessariamente produrre fattura fiscale.
Il commercio
Ma la Logica del Limone si manifesta fatale anche nel commercio.
Se sto creando o vendendo un prodotto che "tira" piu di quanto riesca a produrre o distribuire, ho due possibilità:
a) aumento la produzione/vendita crando tempo-lavoro (mandarino);
b) aumento il prezzo di vendita del prodotto finchè i pochi utenti che mi bastano son disposti a pagare, contro ogni legge del commercio e secondo un' impunita regola della finanza (limone).
Nel secondo metodo il ruolo del limone è svolto dai pochi utenti che sborsano insieme a quelli che non se lo possono permettere e il commercio viene trasformato in speculazione (speculazione = estrazione di profitto senza aver prodotto nulla) e anzichè promuoverlo il metodo "a" viene nascosto dietro il polverone del "Cinese-Cattivo" obbligato ad adeguarsi al modo "b" per quietovivere. Questo porta a ricarichi di guadagno sproporzionati al valore effettivo del prodotto consumato, generando crisi per il produttore, il venditore, il consumatore ed il lavoratore. Un efficiente controllo dei prezzi avrebbe evitato che ciò che costava 10000 £ il giorno dopo venisse venduto a 10,00 €, innescando quel disastro che ora affligge tutte le parti in causa avvantaggiando solo pochi furbetti.

Formazione
La riesumazione della Pubblica Istruzione riguarda da vicino soprattutto il problema del Lavoro.
Alla scuola spetta il titolo di regina dei limoni.
Il primato dell' abbandono scolastico che affligge i nostri adolescenti è uno dei peggiori disastri recenti di cui si parla poco o niente. Ne lanciano l'allarme solo i presidi e gli insegnanti "comunisti" preoccupati anche dalle principali conseguenze che ciò comporta:
- disoccupazione prematura;
- atteggiamento passivo dei teneri ragazzi nei confronti del lavoro e della vita in genere;
- ingresso in Società impreparati e privi di adeguata formazione.
Ma l' ultimo dei tre punti riguarda purtroppo anche gran parte di chi si affida alla Scuola sino al termine degli studi e ne esce pure con voti alti.
Svalutando i nostri titoli di studio come fossero libri usati, la qualifica e la competenza dei nostri neo-diplomati va scemando ogni anno di più, ponendoci sempre meno competitivi su ogni piazza.
L' anomalìa qui stà nel fatto che è ormai da lustri che la scuola viene spremuta con tagli al personale e alle strutture (proprio come farebbe una fabbrica in fallimento) e mai finalizzati all' efficienza e all' offerta formativa.
Ad esempio nelle scuole tecniche per la formazione ed istruzione nell' industria ed artigianato, anno dopo anno vengono chiusi (indovinate un po'..) i laboratori !
E' come togliere le uova dalla frittata lasciando solo il prezzemolo, un goccio di latte ed un pizzico di sale (q.b.).
Intanto vengono bruciate tonnellate di carburante per scaldare locali disabitati, con luci accese e finestre spalancate, dalle quali si gettano milioni di euro in "progetti" assurdi e di discutibile priorità.
Essere un peso sociale, alla stregua di un malato per la sanità o un detenuto per la giustizia, è tutto ciò che percepisce ed assimila il nostro giovane, non più promessa nascente e principe del futuro ma un costo da sostenere e contenere.
Per non parlare della crisi di autostima del limone stesso che vorrebbe essere impiegato per squisite bevande, per condire il pesce grigliato e per fare il Lemoncello: deliziosamente medinitali.
E non mi si venga a dire "..ma sii...".

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