sabato 27 ottobre 2012

Corruzione imbavagliata

Cosa succederà al giornalista accusato di diffamazione da un personaggio più o meno ambiguo colpito da un articolo scomodo? e al personaggio in questione?
Ciò che il progetto legislativo di questi giorni sta tentando di imporre con un ulteriore bavaglio dell' informazione e della libera espressione, la dice lunga su svariati aspetti molto più imbarazzanti dello stesso personaggio sputtanato.
Il Popolo non ne può più di scandali e corruzione?
Il clima è quello in cui si ipotizza di poter rispondere subito con inserimenti mirati nel recente ddl che vorrebbe regolamentare la politica sporca, poi si privilegia una via politicamente più gestibile, considerati soprattutto gli ostacoli frapposti dal Pdl all' anti-corruzione. La legge va per la sua strada costellata da cauta morbidezza e pacifica prescrizione ma nasce un nuovo provvedimento, mirato sul voto di scambio.
 Nel frattempo, casualmente(?), si va ad operare su ciò che potrebbe essere la reale fonte del problema: l' Informazione.
Sì, perchè se Zambetti va in galera per l' acquisto di voti, il fardello non è solo il suo ma di tutto uno schieramento, un' amministrazione, un' Istituzione. Allora il problema reale è proprio il fatto che la Comunità ne venga informata, e segnalare o denunciare le anomalìe, solo perchè fà notizia, diventa il vero crimine.
E' così che si tutela un Popolo che 'non ne può più di scandali e corruzione'.
Ma perchè una Nazione si dovrebbe mobilitare con provvedimenti urgenti, in difesa di "diffamati", quando una Giustizia può compiere il suo libero corso e la Libertà di Espressione permette un sacrosanto diritto di replica-a-tono?
In un regime in cui si censura anche lo spettacolo (perchè la tv è spettacolo, non scordiamolo mai!), si ritiene che un articolo possa cambiare un pensiero e che se qualcuno protesta debba essere represso fisicamente, ebbene questo regime crede che il Popolo che lo mantiene nel lusso sia un gregge sciocco, impressionabile e sprovveduto, da gestire con cani-pastore e che possa mutare la sua visione della realtà a causa di un titolo o di un modello proposto su larga scala (che abbia ragione?).
Multe sino a 100 K€ e interdizione per chi comunichi la cosa sbagliata (a discrezione, ovviamente). Più che un deterrente sembra essere un seme di terrore, gettato non solo sul singolo professionista.
Se a "diffamare", infatti, sono in tanti, si parla di "diffamazione organizzata", assai più grave. E questa sarà la perla che coglie al volo una nuova opportunità per serrare ulteriormente la trappola gettata per censurare i canali telematici, con una letale maglia che circonda la libera espressione della rete, proprio come nelle tonnare si circondano i tonni per la mattanza, finalizzata ad attentare ancora una volta al web ed alla sua genuinità. Internet: il fenomeno più minaccioso in auge, la belva indomita, il Popolo.
Anatema, quindi, al giornalista, ai giornalisti ma anche allo sprovveduto blogghista o blogghettaro che dirsivoglia, a chi usa il social per dare sfogo a paturnie, personali o collettive, dalle quali, spesso però sublimano quelle nuove ed indispensabili idee che possono contribuire ad un' importante svolta nella sostenibilità globale e che le menti semplici che ci amministrano ormai da decenni, non riescono a concepire neanche lontanamente.
Menti semplici, stomaci insaziabili!