mercoledì 24 ottobre 2012

Il Diritto di Iniziare.

I Diritti che decorano squisitamente i discorsi di chi vuol ben'apparire, vengono sempre spesso considerati solo come quell' accessorio che si concede agratis, perchè parebbrutto non farlo, utile a dipingere colto, civilizzato e ricco di fermenti lattici vivi lo scenario su cui posare l' esistenza di chi di apparire se ne strafotte alquanto.
Ma oltre a questo, i diritti sono anche garanzia minima e obbligatoria di equalizzazione di quanto viene riconosciuto ad ogni cittadino secondo i fondamentali della Libertà della Persona e i più semplici concetti etici e di uguaglianza, oltre che i presupposti indispensabili nell' evoluzione e (per quanto ce ne può sconfifferare) nella crescita economica di una Società Civile.
Il Diritto all' Istruzione, ad esempio, garantisce la crescita dell' individuo nel breve termine ma nel tempo questo si traduce in riqualificazione del suo operato, grazie all' ottimizzazione ed alla magnificazione delle tendenze individuali, inducendo ricchezza (di varia natura) alla Comunità tutta.
Così come un diritto sanitario può certamente detrarre ricchezza ad un' assistenza privata (e ad un certo tipo di criminalità) ma previene l' inattività di un cittadino e dei suoi familiari per motivi di salute o ulteriori gravosi costi sociali scaturiti da aggravamenti o implicazioni.
Il diritto di cui voglio accennare non è sicuramente un classico ma è dono della natura quanto può esserlo l' acqua potabile, è un diritto indiscutibile, basilare anche se praticamente inedito e da quasi un secolo casualmente trascurato e, quindi, assolutamente negato.

Il diritto di cominciare da Zero.

In tema di crisi del Lavoro e tagli del personale ormai folklore,  mi sembra il minimo rivendicare la fisiologica, sacrosanta e, mai come ora, indispensabile facoltà di partire da zero, in un clima dove la crisi appare sempre più come strumento di ricatto piuttosto che infausta circostanza da superare con dignità.
Oltre che dal sabotaggio della formazione, i costi spropositati del lavoro e la strambamente sciagurata distribuzione della sua offerta, infiniti sbocchi di impiego autonomo rimangono negati e sigillati dalla sistematica impossibilità di un individuo di crearsi attività e futuro partendo solo dalle proprie forze, dalle proprie qualità e dalle proprie idee.
 Camera di Commercio, INPS, INAIL, notaio, studi di settore, anticipi IVA e IRPEF ..
Chi non possiede nè santi nè capitali da sacrificare a priori, non può certo sognarsi di intraprendere un' attività autonona per tentare almeno di mettersi in gioco senza sbattere la faccia contro questi costi fissi, lo sa bene chi ci ha provato.
La nascita regolamentare di un' impresa comporta comunque, sino alla chiusura del primo anno, l' esborso di inqualificabili migliaia di euri anche senza ancora aver avuto mai un cliente e, a causa di ciò, anche il più fantasioso e volenteroso da per scontato il non pensarci nemmeno, scartando a priori l' idea di mettere a frutto, magari, una pluriennale esperienza maturata sul posto che ha appena perso o intraprendere autonomamente una qualunque strada che non sia in-nero.
E' ovvio che modificando i criteri di tali incombenze, ora regolamentate accazzo, ad esempio indicizzandole ad un fatturato qualsiasi esso sia, milioni di imprese potrebbero tentare di nascere, alcune funzionerebbero, altre no ma nessuno si farebbe del male e chiunque avrebbe la deliziosa facoltà di mettere alla prova il valore e la fortuna delle proprie idee, pure di tanti giovani che 'quanto gli piacerebbe  rimboccarsi le maniche e cominciare', esercitando tutto ciò come un Sacro Diritto.
Partire dal niente in un' attività, artigianale o di servizi che dirsivoglia, è reso tecnicamente impossibile se non si passa prima da una banca, da un politico o da un mafioso e la sola remota evenienza che il tuo prodotto possa tirare poco, è sufficiente a terrorizzare e bloccare un' iniziativa che potrebbe, invece, avere successo.
Basterebbe che tutta la gestione erariale delle micro-imprese tenesse conto di ogni possibile rischio, semplicemente applicando del buonsenso, perchè il gettito possa crescere, senza dubbio, in proporzione alle numerosissime ditte individuali o gruppi di settore che potrebbero sorgere in più e sopravvivere in virtù di un' idea azzaccata.
Eppure, sino a una sessantina d' anni fà, ciò era possibile rivelandosi enorme opportunità di ricostruzione, crescita e ricchezza, così come era possibile metter via un mattone, poi un altro ed un altro ancora fino a costruire palazzi.
E allora coraggio che partire da zero fa rima con Fornero !



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